Un viaggio nei

Parchi della Maremma.

La parola Maremma richiama alla memoria la Toscana dei butteri, delle mandrie lasciate libere a pascolare; ricordo ancora quando bambino feci il mio primo incontro con quei grandi buoi dalle lunghe corna, e i butteri che sembravan cow-boy, mi sentivo buffalo bill in vecchio western!

Ma anche la natura selvaggia, dagli spinosi ed elusivi istrici, ai timidi caprioli, alle scaltre volpi; una volta ne vidi una, di sfuggita, portava in bocca un qualcosa rubato chissà dove.
E poi le spiagge candide dalla sabbia fine, impalpabile, incorniciate dalla macchia mediterranea che ti stordisce di odori e di colori, ove è possibile trovare angoli di pura natura incontaminata…

Non mancano naturalmente spiaggie perfettamente attrezzate, ove poter praticare sport acquatici o rilassarsi coccolati dalla proverbiale ospitalità toscana.
Ma la maremma é anche lavoro, il duro lavoro delle bonifiche, che nel corso dei secoli hanno strappato la terra alle paludi, rendendola fertile; Molte furono le canzoni su questa terra generosa e dura allo stesso tempo, tra cui la più famosa, Maremma amara, diventò un appellativo di questa terra.
Lavoro, dunque; anche nelle miniere, sfruttate fin dagli Etruschi, nella zona delle colline metallifere, ove consiglio agli appassionati di storia antica una visita al sito archeologico di Vetulonia.

A proposito di zone recuperate vorrei invitare a visitare il parco costiero della sterpaia, strappato all’abusivismo edilizio, ed ora ecosistema di grande valore, diviso tra dune, aree umide, zone agricole e una rarità: la foresta umida litoranea, con esemplari di querce secolari così grandi che non riuscivo ad abbracciare.
Uscito dalla foresta ho attraversato la pineta, sfruttata dai pisani durante l’epoca delle repubbliche marinare per costruire le loro navi, per poi attraversare una stretta duna e ritrovarmi di fronte alla spiaggia più bella che io abbia mai visto.